Retroscena

Amo la mia macchina fotografica malridotta e continuerò ad usarla

David Lee
10.9.2020
Traduzione: Nerea Buttacavoli

È solo con gli anni che un oggetto derivante dalla produzione di massa diventa parte di te. Vale anche per il frenetico mondo dell’elettronica. Uso la mia macchina fotografica mezza rotta ora più che mai. Ha un valore emotivo per me – non nonostante, ma proprio per i suoi segni di decadimento.

«Il mio nome è Vigolette alt. Sono un nano. Sono alto otto centimetri e sono fatto di gomma. Sul retro, nella zona lombare, una volta avevo una cosa tonda di metallo, e quando qualcuno, una persona con la sua potenza da gigante, mi premeva sulla pancia di gomma, fischiava. O meglio, fischiavo io. Ma la cosa di metallo si è staccata da tempo, e non fischio più. Le persone – i figli delle persone soprattutto – pensano che io sia un giocattolo. Un nano giocattolo. Hanno ragione, ma conoscono soltanto mezze verità».

Comincia così il romanzo di Urs Widmer «Ein Leben als Zwerg» (Una vita da nano). Il nano accompagna il suo proprietario dall'infanzia alla vecchiaia. Quest’ultimo all'inizio ci gioca, poi lo porta con sé nei suoi viaggi nella tasca dei pantaloni. A un certo punto diventa sedentario, il nano è sullo scaffale e guarda il narratore che digita sulla tastiera. Entrambi stanno diventando più vecchi e più fragili.

Nano giocattolo e compagno di viaggio

Il mio nano è la Sony RX100 III. È con me solo da cinque anni, ma per una fotocamera compatta è molto. Appare già più usurata di me.

Insieme abbiamo affrontato innumerevoli escursioni, passeggiate e gite, in Corsica, a Strasburgo, Digione, Norimberga e Lisbona, in un tour in bicicletta di otto giorni in Germania, alle Canarie, ubriachi al bowling e sobri in una riserva naturale catalana. Non importa se c’era un temporale in corso, grandinava o si misuravano 38 gradi all'ombra: lei era ed è la fedele compagna responsabile dei miei ricordi.

Nel corso di quest'anno la macchina fotografica è diventata sempre più fragile. L'alloggiamento è piegato. Per questo motivo il mirino non salta più fuori, ma devo estrarlo. Anche le lamelle dell’obiettivo non si aprono più completamente. Devo sbattere la fotocamera sulla mano ogni volta che la accendo per farle scattare. Lo schermo ha perso il suo rivestimento antiriflesso, quando splende il sole non riesco a vedere quasi nulla. E non ci sono più neanche i rivestimenti in gomma protettivi.

Nonostante questo, uso la fotocamera più che mai. Ho pensato di sostituirla. Ma se comprassi la costosissima ultima versione della RX100, avrei sempre paura di romperla. Con questa macchina fotografica, non mi faccio problemi perché è già rotta.

Ma ancora più importante, è la sensazione di sfidare la decadenza.

Siamo ancora un buon team

Quest'anno ho scattato delle belle foto con l'RX100. E sono particolarmente contento che siano venute così bene con una macchina fotografica così malridotta.

Gennaio 2020
Gennaio 2020

Maneggiarla con tutte le parti rotte dà noia, ma dopo tutti questi anni so esattamente come ottenere il meglio dal mio dispositivo. Per esempio, so che l'obiettivo è nitido in grandangolo, ma non con il teleobiettivo. Quindi faccio riprese di paesaggi in grandangolo il più spesso possibile.

Luglio 2020
Luglio 2020
Settembre 2020
Settembre 2020

Sto tentando di razionalizzare; in realtà è una cosa puramente emotiva. Mi piace questa macchina fotografica perché col tempo è diventata la mia macchina fotografica. All'inizio era un prodotto di massa, ora è unica. In questa forma esiste una volta sola.

Quando ero giovane non avevo questi sentimenti. Vecchie cianfrusaglie erano solo vecchie cianfrusaglie – bisogna sbarazzarsene. Oggi trovo confortante il pensiero che si possa continuare ad usufruirne anche così. A volte, persino sorprendentemente bene.

Naturalmente: non andrà avanti all'infinito. Ogni cosa ha la sua fine. Forse la macchina fotografica starà poi sullo scaffale come il nano di Urs Widmer. Come ricordo di tutti i bei ricordi.

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Il mio interesse per il mondo IT e lo scrivere mi hanno portato molto presto a lavorare nel giornalismo tecnologico (2000). Mi interessa come possiamo usare la tecnologia senza essere usati a nostra volta. Fuori dall'ufficio sono un musicista che combina un talento mediocre con un entusiamso eccessivo. 


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