
Guida
Una semplice mensola senza trapano
di Carolin Teufelberger
All’improvviso tutti giocano di nuovo! Dato che vivo da sola e odio i puzzle, devo trovare un altro passatempo, e mi viene in mente solitario. Non il gioco di carte, ma quello da tavolo.
I miei nonni erano severi. Nati negli anni Venti, hanno trascorso la loro giovinezza durante e dopo la seconda guerra mondiale. Comfort, o anche il lusso non erano termini comuni per loro. Da bambina, mi era permesso di guardare la TV solo quando ero con il nonno a guardare il telegiornale. Altrimenti potevo leggere, fare la spesa con la nonna, andare in chiesa o giocare con mia sorella. E quando mia sorella non ne aveva voglia, passavo il tempo con un pezzo di legno quadrato con dei fori disposti a croce. Solitario.
32 tasselli sono distribuiti su 33 campi, lasciando un campo vuoto al centro. In realtà un viaggio inverso verso Gerusalemme. Lo scopo è quello di usare un tassello per saltare uno dei tasselli adiacenti, che viene poi rimosso dal campo. I tasselli possono saltare solo in righe e colonne, ma non in diagonale. Alla fine, solo un tassello può rimanere esattamente al centro della tavola. Non ce l’ho mai fatta – ambizione e frustrazione sembravano andare di pari passo.
In questi giorni mi auguro di tornare a giocare al solitario, con tutti i suoi alti e i suoi bassi. Vivo da sola e passo tutto il giorno al PC per lavoro. Significa che ad un certo punto non riesco più a fissare uno schermo. Ecco perché sento improvvisamente il bisogno di giocare ai giochi da tavolo. Normalmente per me questo è raro quanto il desiderio di un tè al finocchio o la partecipazione a una maratona. Ma la mia passione per il gioco, che era appena rinvigorita, viene immediatamente messa alla prova. Sono sola, la maggior parte dei giochi richiede almeno due persone. Dei puzzle, apparentemente molto in voga al momento, non me ne faccio nulla. Se qualcuno mi vede per terra a casa a raccogliere singole parti, lo interpreti immediatamente come un grido di aiuto. A quel punto la quarantena ha avuto la meglio su di me. Ma visto che non è ancora così, i miei pensieri vanno dai miei nonni e dalla piccola Caro che gioca al solitario.
Per riportare la mia mente a quello scenario, ho bisogno di:
Per prima cosa scelgo un pezzo di legno di scarto e fisso tutte le marcature. 18 per 18 centimetri dovrebbe misurare il quadrato alla fine. Il campo da gioco a forma di croce ha 33 campi: tre file di sette campi ciascuna dall'alto verso il basso e lo stesso da sinistra a destra. Per questo segno il centro di ogni lato e disegno un altro punto due centimetri a sinistra e a destra di esso. Poi collego tutti i punti opposti per formare linee rette. Dove le linee rette si intersecano, fisso i primi punti. Da lì proseguo il lavoro dall’interno verso l’esterno, sempre a due centimetri di distanza tra le singole marcature. Solo allora taglio il mio pezzo di legno. Naturalmente è possibile farlo anche all'inizio e perforare la tavola in seguito.
Faccio i fori in modo che siano un po' più grandi dei miei tasselli di legno. Dovrebbero essere profondi solo tanto da far sporgere almeno la metà dei tasselli, perché devi essere in grado di afferrarli per le tue mosse. Quando tutti i 33 fori sono stati fatti, liscio gli angoli e i bordi del mio gioco. Lo faccio a mano con la carta vetrata, ma puoi anche farlo con una levigatrice o smerigliatrice. Non appena il campo da gioco è liscio e uniforme, applico uno strato di vernice incolore per proteggere il legno e renderlo più resistente. Assicurati che i fori non si riempiano di vernice. È meglio ripassare un paio di volte con il pennello, invece di applicare uno strato troppo spesso. Se la vernice dovesse accumularsi comunque nei fori, ribalta la tavola con cautela.
Questo è tutto. Quando tutto si è asciugato, nulla ostacola la prima partita. Purtroppo dai duelli contro me stessa a casa della nonna non sono ancora migliorata, ma mi diverto comunque. Oltre a Netflix, libri e piccoli progetti, ho finalmente un gioco che addolcirà la mia serata in tempi di autoisolamento.
Ampliare i miei orizzonti: si riassume così la mia vita. Sono curiosa di conoscere e imparare cose nuove. Le nuove esperienze si nascondono ovunque: nei viaggi, nei libri, in cucina, nei film o nel fai da te.