

Deadphones: i dieci classici modi in cui muoiono le cuffie

Le cuffie non sono tutte uguali e anche il modo in cui ci abbandonano può variare a seconda del tipo. A seguito di uno studio estremamente preciso ed empirico su questo tema, condotto nel mio proprio appartamento, posso ora illustrarvi i loro dieci classici modi di morire.
I dieci colpi di grazia più comuni di un paio di cuffie:
1. Cavetto rotto, ripiegato o strappato.
Un classico per antonomasia. Intramontabile e sempre di moda malgrado il boom del Bluetooth. Certe cuffie sembrano scegliere di morire in questo modo; altre, invece, non aspettano altro che venire accidentalmente gettate a terra dal proprietario per poi essere da lui calpestate mentre sta ballando. Altrimenti che divertimento c’è a morire?
2. Spinotto piegato.
Anche questo è un evergreen in assoluto. E neanche i gommini più robusti possono impedire agli spinotti di suicidarsi in questo modo. Impara l’arte e mettila da parte.
3. Cuscinetti usurati.
Le cuffie che si prendono gioco dei loro proprietari amano particolarmente questo «metodo di morte lenta». Il processo di usura può richiedere settimane o addirittura mesi, durante i quali le povere orecchie del proprietario vengono costantemente contaminate da pezzettini di plastica neri. Lui non se ne accorge neanche. Gli altri sì però.

4. Unità di comando integrata rotta.
A causa del microfono, della regolazione del volume e di altre funzioni extra, i cavi delle cuffie più moderne hanno diverse possibilità di rottura. Sarebbe un gran peccato non sfruttare questo potenziale.

5. Archetto spezzato
È giustamente il caso dei «modelli più resistenti». La parte super elastica col passare del tempo diventa infatti proprio la più fragile.

6. Padiglione staccato.
Pian pianino ci stiamo avvicinando alle tipologie di morte più esclusive: il padiglione che si stacca per diventare afono è qualcosa accade solo ai conoscitori e agli audiofili più esperti.

7. Inserto in silicone incastrato all’interno dell'orecchio.
Ecco la ragione per la quale si chiamano auricolari «in ear»: ti togli l’auricolare ma un intruso rimane incastrato nell’orecchio e devi ricorrere all’operazione pinzetta per tirarlo fuori dal condotto uditivo. Per ulteriori informazioni circa i rischi e gli effetti collaterali si prega di consultare il proprio medico di fiducia. Peccato che succeda sempre quando non è raggiungibile, tipo domenica sera.
8. La localizzazione automatica degli AirPod indica che si trovano nella sabbiera. Tuo figlio però ha l’aria innocente.
Gli auricolari Bluetooth si credono i migliori. Senza fili, archetto e spinotto pensano di poter vivere in eterno. Grave errore!
9. Cuffie DJ smangiucchiate dal proprio cane.
Dicono che le cuffie DJ siano indistruttibili. A torto. Se non hai un cane, stai attento a quello del tuo caro vicino. In questo caso il fatto che il cavo e i padiglioni possono essere acquistati separatamente sarà del tutto inutile.

10. Smaltimento a causa di mancato utilizzo.
È sicuramente il modo più strano e innaturale di morire di un povero paio di cuffie. Sono soprattutto gli esemplari degli anni ’70 a venirne colpiti. Sono talmente pesanti che li si potrebbe utilizzare per il sollevamento pesi.
Hai bisogno di un nuovo paio di cuffie perché i tuoi vecchi auricolari ti hanno abbandonato? Anche questi si romperanno prima o poi, ma ci vorrà sicuramente più tempo:


Il mio interesse per il mondo IT e lo scrivere mi hanno portato molto presto a lavorare nel giornalismo tecnologico (2000). Mi interessa come possiamo usare la tecnologia senza essere usati a nostra volta. Fuori dall'ufficio sono un musicista che combina un talento mediocre con un entusiamso eccessivo.