

Gare di corsa: ecco gli 11 tipi di runner che incontri

È iniziata la stagione delle corse popolari e ricreative. Migliaia di persone tra il Lago di Costanza e il Lago di Ginevra si allacciano le scarpe, sperando in un buon piazzamento in classifica, tra l’altro con tattiche molto particolari e stili di corsa e abbigliamento individuali.
Anzitutto una premessa: questo articolo non intende né discriminare o generalizzare, né tantomeno giudicare nessuno. Tutto ciò che scrivo di seguito è quanto ho osservato in occasione di varie partecipazioni a corse popolari e ricreative. Le piccole esagerazioni sono intenzionali, e le somiglianze con persone reali sono in primo luogo puramente casuali e in secondo luogo attribuibili a queste stesse persone.
(Al giorno d'oggi serve un disclaimer come questo per evitare una shitstorm, dal momento che l'umorismo è una questione molto personale e sta sempre negli occhi di chi guarda.)1. La locomotiva a vapore
Al più tardi dopo aver macinato il secondo chilometro, saprai se nel tuo gruppo c'è qualche runner del tipo locomotiva a vapore. Il tratto distintivo di questo atleta è l'espirazione a ogni passo, talmente rumorosa che farebbe invidia ai più noti tennisti spagnoli. E sì, si tratta praticamente sempre di un uomo. È infatti d’obbligo che tutti intorno a lui sappiano che a) ce la sta mettendo tutta e b) ha interiorizzato i consigli sulla tecnica di respirazione del coach e li sta mettendo in pratica dal primo all'ultimo passo. Gadget preferito per l'allenamento:

2. Il mangiasuole
La mia previsione è che dopo una ogni mezza maratona, questo tipo avrà bisogno di scarpe da corsa nuove. Lo stile di corsa del mangiasuole è caratterizzato da una dinamica di appoggio del piede in verticale con forti tonfi sul suolo. L'energia cinetica viene radicalmente e costantemente convertita in attrito. Il vantaggio per tutti coloro che gli corrono a fianco: proprio come la locomotiva a vapore, grazie al suo stile di corsa roboante questo tipo di runner si sente da lontano.
3. La velocista
Ci sono anche loro: le persone che si credono Usain Bolt, convinte che uno sprint sia d’obbligo su ogni percorso, e che quindi lungheggiano i campi con i rispettivi ritmi fin dalla partenza. Per loro è indifferente se per un sorpasso debbano tagliare attraverso i prati o se vogliano crearsi una corsia personale sul percorso urlando «Attenzione!» come una sorta di clacson verbale. Ma non preoccuparti: durante la gara, quasi certamente ti imbatterai nel tipo velocista una seconda volta, di solito durante l'ultimo terzo del percorso. Quando non è seduta a bordo pista completamente esausta, nella migliore delle ipotesi si muove verso il traguardo camminando (a meno che non appartenga al tipo 5).
4. L'ostacolo vagante
Quando l'ambizione incontra la mancanza di resistenza, ecco che emergono gli ostacoli vaganti. Spesso questo tipo di runner inizia il percorso in modo troppo veloce (da non confondere con la velocista), subendo poi un crollo di energia al più tardi a metà percorso. Il risultato: chi riesce a mantenere il proprio ritmo finisce per superare il runner ambizioso che, a sua volta, la prende sul personale e reagisce trasformandosi in un ostacolo, rendendo difficile il sorpasso ai suoi compagni di corsa. I metodi più diffusi sono volteggiare con le braccia o cimentarsi in un'imprevedibile corsa a serpentina. C'è solo una cosa da fare: aspettare il momento giusto per poterlo sorpassare in sicurezza.
4.b L'ostacolo vagante versione 2
Questa sottospecie del collega di cui sopra si presenta soprattutto in occasione delle gare più lunghe con un numero di partecipanti molto elevato. In altre parole, lì dove è possibile iscriversi a un gruppo di partenza in base al tempo di corsa previsto. Questo runner, il quale si sopravvaluta in modo smisurato (sì, anche in questo caso gli interessati sono per la maggior parte di sesso maschile), punta a un tempo per la mezza maratona praticamente irraggiungibile, per esempio di 1 ora e 45 minuti. Dopo tutto, al momento dell'iscrizione ha ancora quattro mesi di allenamento davanti a sé. Alla fine, invece, raggiunge un tempo di «sole» 2 ore e 15 minuti, ostacolando per 21,1 chilometri tutti i runner più veloci che partono dopo di lui.

5. La logorroica
Ma quanto sono belle le corse popolari! Finalmente un po' di tempo per una chiacchierata tranquilla con l'amica del cuore o il collega sportivo. Infatti, perché vedersi sempre in un bar o incontrarsi per una birra? Anche una corsa di 10 chilometri o una mezza maratona è un'ottima occasione per farsi una bella chiacchierata. D'altronde, non è forse risaputo che durante un buon allenamento si dovrebbe anche poter conversare? Non ci sarebbe nulla di sbagliato in questo, se non il fatto che questi tandem di comari assumeranno inevitabilmente il ruolo del tipo 4, anche se in modo involontario.
6. Il falso modesto
Qui abbiamo a che fare con l'opposto dell'ostacolo vagante di tipo 2. Questo runner si iscrive intenzionalmente a un gruppo di partenza il cui tempo è troppo lento per le sue reali capacità. Durante la corsa, rimpingua il suo ego correndo sempre più velocemente di almeno due gruppi partiti prima di lui. Praticamente per tutto il tragitto si fa strada a zig-zag tra tutti gli altri. Quando taglia il traguardo, il falso modesto sorride vincente alla telecamera, esibendo una falcata ancora dinamica e scattante e con un doppio gesto della vittoria, soddisfatto alla vista dei suoi concorrenti che si trascinano verso il traguardo con le loro ultime forze.

7. L'isolata
È facilmente riconoscibile dalle over-ear. Con le cuffie mette le cose in chiaro fin dall'inizio: sono qui, ma non del tutto. Separata dal mondo esterno grazie al noise cancelling, l'isolata non è interessata alle chiacchiere né prima, né durante e né dopo la gara. È concentrata, è pronta, è nel tunnel. Tutta la sua attenzione è focalizzata sulla musica, che forse definisce anche il ritmo della sua corsa. Oppure sta ascoltando un coach motivazionale? Nella scelta delle over-ear, questo tipo di runner farebbe bene ad assicurarsi che i cuscinetti auricolari che fanno sudare siano traspiranti e all'occorrenza lavabili.
8. Il motivatore
È praticamente l'opposto dei runner che si isolano dal mondo esterno. Il motivatore non è solo presente, ma anche al centro di tutto. Quando gli spettatori più piccoli allungano le mani, il motivatore batte il cinque. E se suona la Guggenmusik, si avvicina a loro a passo di danza e al suo passaggio applaude ringraziando. Certo, questo potrebbe costargli alcuni secondi, ma al motivatore non importa. Il suo obiettivo è che durante la corsa tutti si divertano. Se vede un partecipante che a fatica si trascina verso il traguardo, mentre lo sorpassa il motivatore pronuncia qualche parola di incoraggiamento, rallentando persino il passo per trainarsi dietro il malcapitato. È anche possibile che gli faccia dare un morso alla sua barretta energetica. Il motivatore non si accorge né si rende conto che il suo esagerato buonumore potrebbe non trovare l'apprezzamento degli altri partecipanti, ovvero delle velociste durante gli ultimi chilometri, degli ostacoli vaganti (di tipo 4a e 4b) o anche dei consumatori delle ultime riserve (vedi tipo 11).

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9. La prepper
La prepper sembra essersi portata dietro l'attrezzatura della sua traversata di trail running sull'Himalaya direttamente alla corsa popolare sul Lago di Pfäffikon: un gilet con diverse tasche, traboccanti di gel, barrette e borracce. In più una fascia antisudore e gli occhiali da runner ultraleggeri. Senza dimenticare, ovviamente, le calze a compressione ad altezza ginocchio. Il fatto che abbia rinunciato alla cintura porta attrezzi con torcia frontale, bastoncini da trail running e giacca a vento legata in vita, anche su un percorso asfaltato senza dislivelli e in piena estate, è a dir poco un piccolo miracolo.
10. Il monitoratore di funzioni vitali
Per questo tipo di runner, lo smartwatch non può essere abbastanza potente. Informazioni sui chilometri percorsi e sul tempo? Roba da principianti. Le possibilità della tecnologia vanno sfruttate appieno. Questi patiti del tech si servono di smartwatch che durante la corsa forniscono dati su oscillazione verticale, lunghezza media del passo, bilancio energetico ed energia residua, trasmettendoli in tempo reale alle cuffie sportive di ultima generazione. Naturalmente, il monitoratore di dati affronta il percorso munito di una fascia cardio attorno al torace e di un contapassi supplementare sulla scarpa: perché anche con il miglior orologio sportivo, controllare è meglio che fidarsi. Da questa stagione, l'attrezzatura di base comprende anche uno smart ring.
11. Il consumatore delle ultime riserve
Mi sorprende sempre vedere quante persone non abbiano già partecipato a una mezza maratona. Anche chi non avrei mai pensato potesse riuscirci, perché non riconosco in loro nessuna forma fisica di base. Queste persone (anche in questo caso per lo più uomini) vengono spesso convinte a partecipare a un evento podistico in modo spontaneo («Mezza maratona? Tsk tsk, nessun problema!»). Distanza del percorso: indifferente. Riescono a tagliare il traguardo non perché si sono allenate bene o molto, ma per pura forza di volontà (da ammirare!). E spesso anche attingendo all'ultima goccia nel serbatoio. A distanza di giorni, in ufficio non riescono ancora a salire le scale, ma sono fieri come galli.
Ebbene? Ti ritrovi nelle descrizioni? O ci hai riconosciuto un amico o un'amica? Conosci altri tipi di runner che ho dimenticato? Condividi la tua opinione in un commento in fondo alla pagina. P.S. Io penso di appartenere piuttosto al tipo «Senescente che arranca», nel caso in cui qualcuno se lo fosse chiesto.


Giornalista dal 1997 con sedi in Franconia, sul lago di Costanza, a Obvaldo e Nidvaldo e a Zurigo. Padre di famiglia dal 2014. Esperto in organizzazione editoriale e motivazione. Focus tematico sulla sostenibilità, strumenti per l'ufficio domestico, cose belle in casa, giocattoli creativi e articoli sportivi.