Dietro le quinte

Hacker con una missione

Norina Brun
11.11.2022
Traduzione: Leandra Amato

«Hacking for Humanity» è stato un hackathon particolare: il coding non è stato l'obiettivo principale. Si è trattato piuttosto di riunire le donne dell'industria tecnologica. Anche Digitec Galaxus condivide questa ambizione e ha quindi contribuito con una challenge.

Un venerdì sera di ottobre, circa 50 hacker si sono riuniti per dare il via a «Hacking for Humanity». A differenza dei concorsi di programmazione tradizionali, la maggior parte dei partecipanti era di sesso femminile, che armeggiavano con le idee, scrivevano post-it e provavano giochi di ruolo. Riunire le donne del mondo tecnologico. Questo era l'obiettivo dichiarato dell'organizzazione «Girls in Tech» che ha organizzato l'hackathon. Anche Digitec Galaxus sostiene questa visione ed è stata quindi coinvolta.

Lo scambio dei partecipanti, per lo più donne, è stato il fulcro dell'hackathon.
Lo scambio dei partecipanti, per lo più donne, è stato il fulcro dell'hackathon.

C'è stato molto spazio per lo scambio tra i partecipanti: «In occasione di 'Role Model Talks', le donne dell'industria tecnologica hanno parlato delle loro carriere e condiviso le loro esperienze con i partecipanti. È stata una bella opportunità per raccontare la propria storia di vita e scambiare idee con persone che la pensano allo stesso modo», afferma Natalie Bausch, Team Leader Engineering di Digitec Galaxus. Natalie non solo ha parlato della sua carriera, ma come membro della giuria ha anche valutato le idee degli hacker.

Natalie Bausch ha condiviso la sua esperienza.
Natalie Bausch ha condiviso la sua esperienza.

La comunità come luogo sicuro per tutti

Il cuore di ogni hackathon – le challenge – era ovviamente presente anche a «Hacking for Humanity». Le aziende tecnologiche Meta ed Esri si sono date un compito. La terza challenge è stata lanciata da Digitec Galaxus. I team che ci hanno scelto si sono occupati della cultura della discussione nei nostri negozi online. La nostra Community scambia informazioni sui prodotti, discute gli articoli della redazione e risponde alle domande degli altri utenti. Alla base stanno le linee guida della Community, le nostre regole interne che hanno lo scopo di facilitare uno scambio equo e costruttivo. Nei singoli casi, questo non funziona. Ci sono commenti sprezzanti e insulti. Quale contributo può dare lo sviluppo del software per prevenire questi comportamenti? È proprio questa la domanda che hanno affrontato i team della challenge di Digitec Galaxus. Il loro obiettivo: tutti dovrebbero sentirsi a casa su Digitec e Galaxus.

Post-it al posto del codice

Dopo una prima sessione di brainstorming di venerdì, i quattro team si sono messi al lavoro sabato mattina, alle otto in punto. Le dodici ore successive sono state dominate dalla pacifica comunità online. Le idee provenivano da diversi angoli ed erano varie. All'hackathon non c'erano praticamente sviluppatori esperti, ma soprattutto persone provenienti da altri settori, come designer UX, o neofiti del settore tecnologico. I team non hanno presentato una sola riga di codice, ma visualizzazioni sulla piattaforma software Figma o, più semplicemente, su post-it.

Le quattro donne del team «Troll Busters» si sono affidate a un sistema di ricompense. La loro idea era quella di premiare il comportamento costruttivo, l'empatia e l'attività nella Community con premi e Digicoin. Hanno anche suggerito di utilizzare l'intelligenza artificiale per prevenire i commenti di odio. Su figma è possibile trovare la proposta dei quattro Troll Buster.

Anche il team di «Digi-Safe» ha optato per misure di prevenzione contro l'hate speech, ma ha scelto un approccio diverso. Le quattro donne hanno migliorato le linee guida della Community rendendole più visibili. Non appena un utente si unisce alla discussione e scrive un commento, gli vengono ricordate in vari punti le linee guida della Community. Se il commento viola le nostre linee guida, non verrà visualizzato affatto. Se l'utente non è d'accordo con la valutazione automatica, può far rivedere il commento. Su figma puoi vedere come potrebbe funzionare.

Secondo il team dei «Guardians of the Galaxus», è l'algoritmo a dover svolgere il lavoro. Le tre donne vogliono alimentare l'algoritmo non solo con i commenti negativi ma anche con quelli positivi della Community. Il risultato: se un utente vuole inserire un commento offensivo, il bot lo riconosce immediatamente e ne impedisce la pubblicazione. Il bot spiega all'utente perché il suo commento viola le linee guida della Community e gli dà la possibilità di apportare modifiche.

Prevenire gli insulti invece di limitarsi a reagire

Il team «Fair Galaxians» propone un sistema di ricompensa per la segnalazione di commenti offensivi. Inoltre, a suo avviso, è necessario un profilo personalizzato, in modo che gli utenti non si nascondano dietro un profilo anonimo. Inoltre, i bot automatizzati devono suggerire risposte positive. Natalie Bausch, che ha fatto parte della giuria di Digitec Galaxus a «Hacking for Humanity», è convinta di questa soluzione: «Il team non vuole solo reagire a comportamenti inappropriati nella Community, ma anche prevenirli. Per me questo è l'approccio giusto». La decisione non è stata facile per Natalie: «Tutte e quattro le soluzioni presentano aspetti interessanti. Sarebbe bello poter riunire tutte le funzioni», dice Natalie.

Il team di Fair Galaxians ha presentato la sua soluzione.
Il team di Fair Galaxians ha presentato la sua soluzione.

Il team vincitore, Fair Galaxians, non solo si è aggiudicato 500 franchi, ma può anche sperare in una visita alla sede di Digitec Galaxus. E forse le quattro donne ispireranno i nostri team di ingegneri per una futura funzione.

Cosa ne pensi delle idee delle hacker? Possiamo usarle per prevenire i commenti di odio nella nostra Community o abbiamo bisogno di ulteriori misure? Facci sapere la tua opinione nei commenti.

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Norina Brun
Senior Communications Manager
norina.brun@digitecgalaxus.ch

Le notizie non mi bastano – sono le storie che si nascondono dietro a catturare il mio interesse. La curiosità mi accompagna costantemente ed è il motivo per cui trascorro il sabato pomeriggio nel mio caffè preferito, ascoltando storie di città mentre pianifico la mia prossima avventura di viaggio o cerco nuove idee per i prossimi eventi. La meditazione Zen non può che aspettare. 


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