Fritz Berger come portiere.
Retroscena

«Non ricordo la mia vita con entrambe le gambe»

Patrick Bardelli
29.10.2019
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Fritz Berger ha appena 13 anni quando gli viene amputata la gamba sinistra. Un incidente avvenuto nella fattoria dei suoi genitori ha cambiato la sua vita di colpo. Oggi, il cinquantacinquenne è portiere e modello per Pro Infirmis.

Sono nello spogliatoio, l’allenatore spiega la tecnica di gioco. A prima vista, l'immagine ricorda la campagna Galaxus dell'estate scorsa. Ma solo a prima vista; guardando meglio infatti si nota che i modelli dell'attuale campagna Pro Infirmis sono esclusivamente persone con disabilità. Uno di loro è Fritz Berger.

Fritz Berger, l’uomo vestito di arancione, nella campagna attuale.
Fritz Berger, l’uomo vestito di arancione, nella campagna attuale.

Un incidente con gravi conseguenze

Nel settembre 1977, l'allora tredicenne Fritz fu gravemente ferito nella fattoria dei suoi genitori. Successivamente gli hanno dovuto amputare la gamba sinistra.

Cos’è successo esattamente allora?
Fritz Berger, ex sciatore paraolimpico: Ho perso il controllo mentre lavoravo con una motozappa con fresa sul campo: sono rimasto incastrato. Mi sono gravemente ferito.

E poi?
Sono stato portato all'Inselspital di Berna. Dopo cinque giorni, a causa di una grave infiammazione, hanno dovuto amputare la gamba. Ho passato più di sei mesi in ospedale e ho perso mezzo anno scolastico.

Oggi hai 55 anni e lavori come operatore CNC. Quali ricordi hai della vita su due gambe, prima dell’incidente?
Onestamente, non ho quasi nessun ricordo di com’era la vita con due gambe. Per quanto ci provi, non riesco più a dire come ci si sente. Sono anche passati più di quarant’anni.

Allora qual è stata la sfida più tosta da superare?
Ho dovuto imparare che non potevo più fare tutto quello che facevo prima e non riuscivo più ad aiutare tanto i miei genitori. Quello è stato difficile. In seguito sono tornato a scuola e ho fatto un apprendistato da operatore CNC.

Più di 30 scudetti svizzeri

Già nel 1981, a soli quattro anni dal fatale incidente, Fritz Berger partecipa ai suoi primi campionati svizzeri di sci alpino. Seguono le prime Paralimpiadi nel 1984. Fino alla fine della sua carriera, nel 2007, ha vinto nove medaglie per la Svizzera ai Campionati Paralimpici e Mondiali di sci. Ha vinto più di 30 scudetti in varie discipline.

Hai vinto un sacco di medaglie in campionati internazionali. Quale ti sta più a cuore?
Il mio più grande successo sportivo è stato vincere il titolo in slalom ai mondiali di Lech nel 1996.

Cosa rende questo titolo così speciale per te?
È difficile vincere nello slalom, più difficile che in discesa libera, per esempio. In due corse non si possono commettere errori e devi comunque correre molti rischi.

E qual è stato il momento più emozionante della tua carriera?
Dopo le Paralimpiadi del 1988 a Innsbruck sono stato invitato alle Olimpiadi invernali di Calgary per una gara dimostrativa e sono arrivato terzo. La cerimonia di premiazione si è svolta davanti a 60 000 persone. Quello è stato il mio apice emotivo.

Ho notato che quando fai sport non indossi la protesi. Come mai?
Sono molto più agile senza protesi. Sia come portiere nel calcio sia sugli sci.

Fritz Berger senza protesi.
Fritz Berger senza protesi.

Quale ruolo ha lo sport nella tua vita?
Dopo l’incidente ho ricominciato subito a fare sport e, per esempio, ho giocato molto a calcio con i miei amici. Sono stato accolto da loro come prima dell’amputazione. Il calcio è stato anche un buon allenamento per lo sci. E il successo è stato la conferma che lo sforzo che ho fatto è stato premiato. In pubblico, non ero più percepito come una persona disabile, ma come un atleta. Inoltre, ho avuto modo di conoscere tante persone
grazie allo sport. Devo molto allo sport.

Quali incontri ti sono rimasti impressi?
Ho conosciuto molti politici. Tra gli altri, i consiglieri federali che erano presenti alle premiazioni e alle celebrazioni dei grandi eventi sportivi. Nel 1998 a Nagano ho potuto incontrare l'imperatore giapponese. Ma la cosa migliore è stato l'incontro con persone «normali» che hanno sostenuto e supportato quello che faccio. Gli incontri casuali.

E altri atleti?
Con gli altri atleti ci si incontrava durante gli allenamenti o in autunno sui ghiacciai. Ma la maggior parte del tempo ero con altri atleti con disabilità

Hai menzionato le Paralimpiadi del 1998 a Nagano. Cosa c'era di speciale in Giappone?
Alle Paralimpiadi di Nagano dovevamo sempre alzarci alle quattro del mattino del giorno della gara perché il viaggio per raggiungere i luoghi delle gare durava due ore. E tornavamo la sera tardi.

Ci sono altre esperienze che ti sono particolarmente rimaste impresse?
Ci sono tanti aneddoti. Per esempio, ricordo una storia di New York. Abbiamo dovuto prendere un taxi da un aeroporto all'altro. Avevamo caricato così tante borse da sci che il tetto del taxi ha ceduto leggermente. Sì, potrei raccontare diverse cose

Nel 2007, hai concluso la tua carriera sciistica. C’è qualcosa che ora faresti diversamente?
Mi godrei i momenti speciali ancora di più.

Oggi sei il portiere di Plusport Team 2000. Come valuti lo sport per disabili in Svizzera?
Penso che lo sport per disabili sia ben accettato nella società. E si tratta ancora di sport, non di soldi.

Fai parte dell'attuale campagna Pro Infirmis. Perché hai voluto partecipare?
Mi piace l'idea della campagna di non mostrare solo persone giovani e belle nella pubblicità, ma tutte le sfaccettature della vita. E questo include anche le persone con disabilità. Queste ultime solitamente non si trovano nella pubblicità.

Secondo Pro Infirmis, le circa 1,8 milioni di persone con disabilità in Svizzera vengono ancora emarginate e lottano per l’appartenenza alla società. Quali sono le tue esperienze al riguardo?
È una domanda difficile a cui non posso dare una risposta forfettaria. Penso che l’approccio cambi a seconda del tipo e della gravità della disabilità. Personalmente, ho fatto poche esperienze negative. Penso che abbia anche molto a che fare con lo sport.

Per quanto tempo continuerai ancora con lo sport?
Continuerò a fare sport fino a quando il mio corpo me lo permette.

I successi più importanti di Fritz Berger

  • 1988 Paralimpiadi Innsbruck: medaglia d'oro in discesa libera
  • 1996 Mondiali Lech: oro nello slalom, argento nello slalom gigante, bronzo in discesa libera
  • 1998 Paralimpiadi Nagano: argento nello slalom, bronzo in discesa libera
  • 2000 Mondiali Anzère: bronzo in discesa libera e in slalom
  • 2004 Mondiali Wildschönau: medaglia d'argento nello slalom gigante
  • Pu di 30 scudetti svizzeri

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Immagini di «PluSport Sport Andicap Svizzera»
Immagine di copertina: Fritz Berger come portiere.

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Da giornalista radiofonico a tester di prodotti e storyteller. Da corridore appassionato a novellino di gravel bike e cultore del fitness con bilancieri e manubri. Chissà dove mi porterà il prossimo viaggio.


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