
Salotti che si restringono, minuti che si allungano

Nella vita familiare di tutti i giorni, molti concetti come li abbiamo conosciuti finora sono completamente inadatti. Il precedente concetto di tempo e spazio, ad esempio, può essere tranquillamente scartato.
Quando mio figlio iniziava a urlare da piccolo, pensavo sempre al cuscino da bagno che avevo visto una volta a casa di un'amica: vi era raffigurato Mao e mio figlio assomigliava in modo inquietante al sovrano totalitario in preda alla rabbia.
Non del tutto dissimile dal cuscino, mio figlio aveva anche la capacità di espandersi più volte al momento giusto.
In modo non del tutto dissimile dal cuscino, mio figlio aveva anche la capacità di espandersi molte volte quando era il momento giusto. Quando era arrabbiato, sembrava trasformarsi in un enorme pallone rosso di rabbia che presto riempiva tutta la stanza. Ma forse era anche l'appartamento a rimpicciolirsi in queste situazioni; in ogni caso, non c'era più un angolo in cui rifugiarsi in centoventi metri quadrati, la propria casa, uno sfondo di un film di David Lynch in cui il soffitto si abbassa lentamente e le pareti si avvicinano minacciosamente.
E poi, da un momento all'altro, il figlio si è trasformato in un enorme pallone rosso di rabbia che presto ha riempito tutta la stanza.
E poi, da un momento all'altro, era tutto finito. La furiosa creatura che aveva appena raggiunto ogni angolo e fessura della casa crollò, di botto, nei suoi adorabili cinquantatré centimetri. Lo guardai a lungo, la pelle bianca come il latte, le lunghe ciglia, il modo in cui il petto si alzava e si abbassava e alla fine giunsi alla conclusione: Non era lui. Impossibile. Questo piccolo angelo non può vaneggiare. Forse c'erano degli allucinogeni nascosti nei biscotti al miglio che avevo comprato al negozio di alimenti naturali, forse c'erano delle sostanze che amplificavano la mente nel tè dell'allattamento, ma in ogni caso la mamma doveva aver immaginato lo sfogo di suo figlio.
È così quando si hanno dei figli: tra tutti i modelli e i concetti che si rivelano inadatti nella vita familiare di tutti i giorni, lo spazio e il tempo sono tra i primi che possiamo concederci. Potresti giurare che il bambino sta urlando da tre quarti d'ora, ma guardi l'orologio: Ah, sette minuti. Ottocento metri per andare al supermercato con due bambini al seguito? Una distanza ambiziosa per la quale devi essere preparato a fondo. Ma poi fare la doccia indisturbata da neomamma ti sembra uno di quei weekend per i quali dovevi andare a Vals. E a un certo punto, guardando il calendario, pensi: bang, sono passati quattro anni. È pazzesco essere genitori.


È un'appassionata giornalista e mamma di due figli. Nel 2004 si trasferisce con suo marito da Zurigo a Lisbona. Scrive nei caffè e ritiene che la vita, in fondo, sia buona con lei. <a href="http://uemityoker.wordpress.com/" target="_blank">uemityoker.wordpress.com</a>