Dietro le quinte

Self-tracking: mentre le donne vogliono muoversi di più, gli uomini pensano a divertirsi

Stephan Kurmann
30.5.2023
Traduzione: Leandra Amato

In Svizzera il tracking va di moda: più della metà monitora le proprie attività fisiche con lo smartphone, lo smartwatch o altri dispositivi. Il numero di passi, le proprie abitudini di sonno e la frequenza cardiaca sono particolarmente apprezzati dai tracker. In Austria si condivide la stessa passione che in Svizzera, mentre in Germania questa tendenza non è molto sentita.

Digitec Galaxus ha voluto sapere cosa pensano gli abitanti di Germania, Austria e Svizzera del cosiddetto «self-tracking». Il termine self-tracking si riferisce alla raccolta e all'analisi dei dati relativi alla propria persona nelle aree come l'alimentazione, l'esercizio fisico o il sonno.

Nell'ambito di un'indagine rappresentativa di GfK, circa 2500 persone della regione DACH hanno dichiarato se misurano le loro attività fisiche e, in caso affermativo, perché e con cosa.

Il self-tracking è diffuso in Svizzera e Austria, mentre la Germania è meno propensa a farlo

Più della metà degli intervistati in Svizzera (52,2%) e in Austria (52,7%) tiene traccia della propria attività fisica. In Germania, le persone sono meno propense a monitorarsi: infatti, solo il 40,8% dei partecipanti allo studio conta i passi, le calorie e altro. Il 59,2% non lo fa –di questi, il 38,7% dice di non voler nemmeno iniziare a farlo.

Più si avanza con l'età, più si monitora

Gli uomini e le donne sono similmente appassionati di tracking. In Germania e Svizzera le donne sono leggermente in vantaggio, mentre in Austria è il contrario.

In termini di distribuzione per età, la Svizzera e l'Austria mostrano un parallelismo: più i partecipanti sono in là con l'età, più è alta la possibilità di self-tracking. In Svizzera, tra le persone di età compresa tra i 50 e i 74 anni, il 54,1% controlla le proprie attività fisiche con lo smartphone, lo smartwatch o un altro dispositivo. In Austria, la percentuale raggiunge addirittura il 54,5%. In Germania, invece, accade il contrario: le generazioni più anziane non non monitorano quasi mai. Più giovani sono gli intervistati, più è probabile che raccolgano dati sulle loro attività fisiche.

Anche l'istruzione sembra avere un'influenza sul comportamento di tracking: in Germania e in Svizzera, in termini percentuali sono gli intervistati con un alto livello di istruzione a monitorarsi più frequentemente. In Austria, gli accademici non sono più favorevoli al tracking rispetto alle loro controparti senza laurea o maturità.

La motivazione più grande per il self-tracking: l'interesse per i risultati

Perché monitoriamo la nostra attività fisica? La maggior parte degli intervistati esamina le proprie attività fisiche per interesse verso i risultati. Il secondo motivo più importante è «per muovermi di più». Anche il divertimento non va trascurato: in Germania e in Svizzera, «perché mi divertire» è il terzo motivo più importante per il tracking. Per gli austriaci, la gestione del peso è più importante del divertimento.

Per tutti e tre i paesi vale quanto segue: in genere gli uomini danno più peso al fattore divertimento nel tracking rispetto alle donne. Infatti, le donne sperano di poter fare più esercizio nella vita quotidiana grazie al self-tracking.

Passi, passi e ancora passi

Le persone intervistate in Svizzera, Austria e Germania sono d'accordo: il numero di passi è il valore più importante nel self-tracking. Al secondo posto, in Austria e Germania, c'è la frequenza cardiaca; in Svizzera si preferiscono le abitudini di sonno. Nella classifica di bronzo, le preferenze variano a seconda del paese: la frequenza cardiaca, il sonno o il consumo di calorie sono tutti considerati importanti.

Informazioni supplementari: nella regione DACH sono soprattutto i giovani a monitorare la propria massa muscolare. Pomparsi in palestra, compreso il self-tracking, sembra essere più comune tra le giovani generazioni.

In Svizzera, i risultati differiscono tra la Svizzera tedesca e quella francese: i cittadini della Svizzera tedesca trovano più importanti valori come «frequenza cardiaca» e «passi». Nella Svizzera francese, gli intervistati considerano più rilevanti «peso», «massa muscolare» e «percentuale di grasso».

Lo smartphone è il dispositivo più diffuso per il self-tracking

Nella regione DACH, lo smartphone è il dispositivo più diffuso per monitorare le proprie attività fisiche. In Svizzera, più della metà delle persone intervistate utilizza un'app per avere una panoramica dei propri ritmi di sonno, del numero di passi o del consumo di calorie. Anche in Austria lo smartphone è l'ausilio più diffuso per il tracciamento, mentre i tedeschi preferiscono utilizzare lo smartwatch a questo scopo.

Sono soprattutto le generazioni più giovani a utilizzare lo smartphone per il tracking: in Svizzera, il 54,6% degli intervistati ha un'età compresa tra i 15 e i 29 anni. In Germania e in Austria, la fascia di età più giovane è compresa tra i 18 e i 29 anni: di questi, rispettivamente il 50,5% e il 49,5% utilizza lo smartphone come dispositivo di tracciamento. Solo in Austria la generazione più matura supera quella più giovane: il 52,8% dei 50-59enni segue le tracce con il cellulare.

Le fasce cardiache tendono a essere utilizzate maggiormente dalle persone anziane: in Austria, gli «heavy user» hanno 70 anni e più (15,7%). Lo stesso vale per le persone dai 40 ai 49 anni in Germania (10%); in Svizzera, le fasce cardiache sono le meno richieste e indossate più spesso da atleti e atlete tra 30 e 49 anni (7,7%).

E tu cosa ne pensi del self-tracking? Monitori meticolosamente le tue attività fisiche? Oppure non sai cosa fartene? Partecipa alla discussione lasciando un commento.

L'indagine è stata condotta dal 20.4.2023 al 24.04.2023.

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