Novità e trend

Si è spento il maestro Ennio Morricone

Luca Fontana
6.7.2020
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Ennio Morricone, il leggendario compositore cinematografico di celebri opere come «Il buono, il brutto, il cattivo» e «C’era una volta il West», esce definitivamente di scena. Un epitaffio.

Ennio Morricone è morto.

La triste notizia è stata comunicata da Giorgio Assumma, l'avvocato di famiglia. Il leggendario compositore cinematografico è morto in una clinica di Roma domenica notte. Una complicazione dopo una caduta avvenuta la settimana prima, ha condotto alla sua morte.

Fino all’ultimo respiro, Morricone «ha conservato piena lucidità», così l’avvocato. Ennio Morricone, il leggendario compositore cinematografico di celebri opere come «Il buono, il brutto, il cattivo» e «C’era una volta il West», si è spento a 91 anni.

Ennio Morricone, il Maestro

Dietro ai suoi enormi occhiali con la montatura massiccia, Ennio Morricone era solo apparentemente insignificante. Di fatto, il Maestro – come è sempre stato chiamato – ha composto le musiche di oltre 500 film. Il modesto italiano è sempre rimasto con i piedi per terra: nonostante le numerose allettanti offerte di Hollywood, tra cui un alloggio gratuito in una villa, non ha mai lasciato la città eterna, Roma, durante tutto il corso della sua vita.

Ennio Morricone nel 2013 durante una performance orchestrale della sua musica da film.
Ennio Morricone nel 2013 durante una performance orchestrale della sua musica da film.
Fonte: Wikimedia Commons / CC BY-SA 2.0

Nasce a Roma nel 1928. La sua prima passione è il calcio. Più in particolare la sua squadra del cuore, l’AS Roma. È una passione che il padre e musicista Mario Morricone non condividerà mai. Dopo aver scritto la sua prima composizione all'età di sei anni – il padre Mario ha insegnato al piccolo Ennio a suonare diversi strumenti già in tenera età – viene costretto a entrare a far parte dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Lì prende lezioni di tromba sotto la guida di Umberto Semproni.

Nel 1940, all'età di 12 anni, Morricone frequenta ufficialmente il conservatorio. Sceglie un programma quadriennale di armonia – lo completa in soli sei mesi. Intanto Morricone studia la tromba, composizione e musica corale. Più tardi, Morricone dedicherà sempre i suoi pezzi al suo più grande sostenitore, amico ed esempio, Goffredo Petrassi.

Negli anni Quaranta, Morricone viene scelto per far parte dell’orchestra diretta dal pianista e direttore d'orchestra Carlo Zecchi durante una tournée in Veneto. L'adolescente Morricone si esibisce anche nei bar di Roma, allora occupata dalle truppe tedesche, e suona il jazz e la bossa nova – all'epoca la musica preferita dagli italiani. Quando c’erano i soldati tedeschi nei bar, Morricone cambiava il programma.

Ennio Morricone e il fotografo Augusto De Luca.
Ennio Morricone e il fotografo Augusto De Luca.
Fonte: Wikimedia Commons / CC BY-SA 2.0

Morricone affina la sua arte compositiva soprattutto negli anni Cinquanta, alla radio italiana. Il romano non aspira mai alla carriera da compositore di musica classica. Si guadagna troppo poco, svela anni dopo.

Ciononostante, acquisisce presto una buona reputazione da maestro nell’ambito dell’intrattenimento. La sua musica è fresca, coinvolgente fin da subito, ma mai banale. Morricone scrive innumerevoli successi, tra cui anche musica da festa e canzonette – composizioni in parte sciocche o kitsch. Come un pazzo cita i suoi compositori preferiti Beethoven e Bach, incorpora strani rumori e tratta le voci umane come strumenti.

Un assaggio del suo successivo stile musicale cinematografico, che avrebbe conquistato il mondo.

Ennio Morricone e un pugno di dollari

Nel 1961, Ennio Morricone scrive la sua prima musica da film per la satira di guerra di Luciano Salce «Il federale». Contemporaneamente entra a far parte del «Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza». «Il gruppo» si dedica all’«antimusicale». In altre parole: non vuole produrre suoni normali, ma suoni inconsueti che non corrispondono al suono originale di un dato strumento.

È questo stile insolito che porta a Morricone quella raccomandazione di un produttore che gli cambia la vita. Infatti, nel 1964, Sergio Leone incontra il compositore. Durante l'incontro, Leone racconta al perplesso Morricone di aver frequentato la stessa scuola. Che erano persino seduti nella stessa fila. Come prova gli mostra una foto.

Il motivo del loro incontro: un western. Il genere è popolare, ma gli spin-off europei hanno successo solo raramente. I western italiani sprofondano immediatamente nell'insignificanza della storia del cinema – nella migliore delle ipotesi. Ma Leone ha altri progetti. I temi comuni dei western americani, come l’insediamento o la guerra contro i nativi americani, non lo interessano. Vuole invece orientarsi sulle opere del regista giapponese Akira Kurosawa, sostituire lo stoico guerriero samurai con un cinico pistolero, ed un elegante daishō con una mira sovrumana.

Morricone è d'accordo. Il tema principale è un'opera del maestro che esiste già da nove anni, riarrangiata e completata con un fischietto. Come già detto: inusuale.

«Per un pugno di dollari» non è solo l'inizio della trilogia del dollaro e fondatore del western all’italiana, è anche la svolta internazionale di Morricone. Sergio Leone è talmente entusiasta del suo compositore, che non vorrebbe più girare alcun film senza la musica del suo Maestro. Tra le collaborazioni, anche la conclusione della trilogia del dollaro pubblicata nel 1966: «Il buono, il brutto, il cattivo», la cui colonna sonora è forse l'opera più famosa di Ennio Morricone.

Le composizioni di Morricone sono spesso state acclamate dalla critica: il maestro romano non sempre si affida alla tradizione classica. Di volta in volta incorpora scacciapensieri, chitarre elettriche, arpe o flauti di pan nelle sue opere. Ma non è tutto. Anche fischi, urla, fruste che schioccano, ululati di coyote, richiami di gufi e colpi di pistola sono parte integrante delle sue composizioni.

Nessun altro compositore ha plasmato il mondo musicale western più di Ennio Morricone.

La lunga attesa di Ennio Morricone per l'Oscar

Ci è voluto fin troppo tempo affinché l’Academy, che decide chi viene nominato per quale Oscar e chi lo vince, apprezzasse la musica di Morricone. Fino al 2007 viene nominato ben cinque volte. I rappresentanti tendenzialmente conservatori, non hanno molta considerazione per i suoni innovativi di Morricone, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta. La statuetta d'oro viene quindi sempre portata a casa da altri.

Solo nel 2007 Morricone riceve il premio Oscar onorario alla carriera: una targa. La sua apparizione è comunque leggendaria. Un esempio di sincerità, gratitudine e commovente umiltà. La prima cosa che fa il Maestro, che oltre alla musica dei western all’italiana ha scritto opere come «The Untouchables», «The Legend of 1900» o anche «Cinema Paradiso», è inchinarsi profondamente davanti agli applausi fragorosi del suo pubblico.

Ennio Morricone, che preferisce comunicare con la musica piuttosto che con le parole, quasi non riesce a pronunciare i suoi ringraziamenti. È molto emozionato, la voce si incrina innumerevoli volte. Persino gli attori e le attrici presenti, veri maestri delle emozioni, difficilmente riescono a trattenere le lacrime.

Innanzitutto ringrazia chi gli ha augurato di vincere questo premio nel corso dei suoi quasi 60 anni di lavoro creativo. Poi i ringraziamenti ai registi, che gli hanno lasciato la libertà di creare una musica adatta al film, che piacesse al regista, al pubblico ma anche a lui, concedendogli di rimanere sempre coerente alla sua idea di musica. E infine, la dedica e il ringraziamento alla moglie Maria Travia, che ha sempre considerato come il maggiore censore: solo quando l’opera piaceva a lei, Morricone la mandava ai produttori.

Nel 2015 l'Accademia gli assegna finalmente anche un premio per una composizione – «The Hateful Eight» di Quentin Tarantino. Un ritorno al western. Un cerchio che si chiude. Eppure l’ormai ottantasettenne non voleva nemmeno partecipare alla cerimonia di premiazione; troppo spesso l’Academy l’ha deluso.

Come si addice a Morricone, il cui sguardo inizialmente sembra scontroso, ma poi caldo, dedica l'Oscar alla moglie Maria. Dopotutto, non è così facile resistere al suo fianco per così tanto tempo, commenta il Maestro con il suo tipico umorismo.

Ora non dice più nulla.

Ciao, Ennio Morricone. Che tu possa riposare in pace.

Immagine di copertina: Wikimedia Commons / CC BY-SA 2.0

A 52 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot». 


Audio
Segui gli argomenti e ricevi gli aggiornamenti settimanali relativi ai tuoi interessi.

Film e serie
Segui gli argomenti e ricevi gli aggiornamenti settimanali relativi ai tuoi interessi.

9 commenti

Avatar
later