Guida

Consigli di un’arredatrice d’interni per l’acquisto della sedia giusta

Pia Seidel
9.11.2020
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Siediti su ogni sedia che incontri. Questo è uno dei trucchi di Esther Angulo per riconoscere un buon design. Quali sono le altre cose a cui prestare attenzione quando si è alla ricerca della sedia perfetta?

La ricerca del design perfetto per la sedia è più complessa di quanto si pensi. Già solo nel nostro assortimento abbiamo più di 5000 modelli. Poiché la scelta delle sedie per la sala da pranzo corrisponde spesso ad un grande investimento, perché se ne compra più di una, ho chiesto consiglio alla specialista Esther Angulo. L'interior designer ha già selezionato numerosi mobili per progetti privati e pubblici. L'hotel Walther a Pontresina o il ristorante Baretto a Zurigo ne sono due esempi. Incontro Esther a casa sua a Basilea. «Bisogna iniziare con una lista e fare domande specifiche», suggerisce, «poi simulare e diventare creativi».

Poni le domande giuste

«Poter stare seduti per diverso tempo, sentirsi a proprio agio, avere libertà di movimento, rimanere flessibili – annoto queste parole chiave all’inizio su una pagina», dice Esther. Prima di iniziare a pensare al design, consiglia di creare una lista riguardante le proprietà. In questo modo stai certo che le tue esigenze verranno soddisfatte. Solo dopo entrano in gioco l'aspetto e le specifiche concrete della sedia.

Le sedie dovrebbero consentire di sedersi anche in modo diverso.
Le sedie dovrebbero consentire di sedersi anche in modo diverso.

Esther fa domande ai suoi clienti sulle loro abitudini. Come viene utilizzata la sedia con altri mobili, ad esempio con un tavolo da pranzo. Sono rilevanti anche punti come le dimensioni degli spazi a disposizione, le caratteristiche architettoniche della stanza e quali altri mobili ci sono. «In una cucina piccola, una sedia di legno leggero, senza braccioli o imbottitura, sarebbe l'ideale. Dove si cucina molto è facile che qualcosa si sporchi, per cui superfici lavabili e stoffe idrorepellenti si rivelano molto comode».

Una sedia è come un coinquilino che deve essere in armonia con te.

Una volta compilato il questionario, Esther continua con le immagini di riferimento. Se il cliente ha idee concrete, integra le sue immagini nella ricerca. Il risultato è un collage – un «moodboard», o tavola di stile. Qui aggiunge il proprio materiale, che trova sui social media o nella sua vasta collezione di foto delle visite a showroom e fiere. In questo modo, si assicura che tutti i soggetti coinvolti abbiano la stessa visione.

Distanze, altezze e movimenti

Se c'è già un tavolo da pranzo, Esther chiede innanzitutto le misure. «Non dovresti essere seduto troppo in basso», spiega l’esperta. «Altrimenti ti senti come un bambino e tendi a tirare su i gomiti e le spalle. Può essere accettabile in casi eccezionali, ma per sentirsi a proprio agio non è la soluzione giusta». Inoltre, le persone anziane hanno difficoltà ad alzarsi da sedie basse. Libri come ad esempio «Bauentwurfslehre» sono ottimi riferimenti. Tra le altre cose, forniscono informazioni su distanze ed elementi costruttivi standardizzati in aree abitative, chiese, uffici e molto altro ancora. Dal pavimento alla superficie di seduta, un'altezza tra i 40 e i 47 centimetri è considerata confortevole. In alcuni ristoranti ci sono anche sedie alte 48 centimetri. «Spesso sono già troppo alte e il fatto che i piedi non tocchino terra può essere scomodo», dice Esther.

I libri non aiutano Esther a determinare solo la teoretica altezza perfetta della superficie di seduta.
I libri non aiutano Esther a determinare solo la teoretica altezza perfetta della superficie di seduta.
Li posiziona anche sotto la sedia per simulare diverse altezze.
Li posiziona anche sotto la sedia per simulare diverse altezze.

Per capire quale sia l'altezza di seduta più adatta, consiglia di simulare e provarne diverse. «A casa si trova sempre una sedia che può essere misurata. Per provare un'altezza diversa e capire quale sia quella più adatta a te, basta posizionare un libro sotto la sedia».

Tra il piano del tavolo e la superficie di seduta dovrebbero esserci dai 23 a 28 centimetri. Questa distanza consente di accavallare le gambe. Più di 28 centimetri, invece, ti faranno sentire come un bambino seduto a tavola. La distanza da altri mobili o dal muro dovrebbe essere di almeno un metro. Per la distanza tra le sedie, 65 centimetri sono considerati ottimali. Con questa distanza puoi stirare le braccia senza toccare la persona seduta accanto a te.

Per una seduta confortevole, è necessario avere abbastanza spazio per le gambe.
Per una seduta confortevole, è necessario avere abbastanza spazio per le gambe.
Lo schienale deve essere abbastanza alto e stabile da permettere di allungarsi all’indietro.
Lo schienale deve essere abbastanza alto e stabile da permettere di allungarsi all’indietro.

Vale la pena fare una seduta di prova – in negozio, in albergo o dagli amici. «Dovresti essere in grado di allungarti e muoverti all'indietro senza traballare o rimanere incastrato», dice Esther. «Se dopo mangiato hai voglia di sederti sulle ginocchia di qualcuno, la sedia dovrebbe essere abbastanza stabile da non cedere».

Con o senza braccioli

Quanto ti muovi mentre mangi determina se i braccioli sono adatti o meno. Se non sei sicuro se potrebbero darti fastidio, Esther consiglia di combinare diverse sedie – con e senza braccioli. Dopo tutto, le sedie con braccioli prendono anche più spazio e influenzano la distanza dal tavolo. «Assicurati che i braccioli ci stiano sotto il tavolo», dice Esther. «Cosi non si spreca spazio». Le sedie con braccioli corti sono adatte come alternativa. Sono comunque confortevoli e, nel caso di tavoli bassi, stanno almeno in parte sotto al tavolo.

Scelta del materiale

Per l'uso domestico e per le superfici che vengono a contatto diretto con la pelle, Esther non predilige il metallo. È freddo e può provocare sensazioni poco piacevoli sul corpo. Evita anche sedie di plastica chiuse perché in estate si rimane appiccicati e l'umidità non può fuoriuscire a causa della scarsa circolazione dell'aria. Oltre al legno, Esther preferisce le sedie imbottite o quelle che hanno solo la seduta imbottita. «L’imbottitura invita a mettersi comodi», dice. «Una superficie morbida è particolarmente piacevole sulla pelle nuda». L’arredatrice d'interni si assicura che il tessuto sia impregnato: visivamente non si nota alcuna differenza, ma se dovesse entrare in contatto con dei liquidi, non si sporca. Chiede inoltre al produttore se il tessuto può essere sostituito o se la sedia può essere rinnovata se qualcosa dovesse andare storto. Può non essere economico, ma ne vale la pena a lungo termine.

Punta sulla sostenibilità e riconosci la qualità

Esther seleziona le sedie per i suoi progetti secondo criteri ecologici. Per lei è importante che una sedia o le sue singole parti non abbiano fatto il giro del mondo. Per i suoi progetti preferisce consigliare un bel design svizzero o europeo. Raccomanda di informarsi in anticipo sulla facilità di eventuali riparazioni. «Nel settore della ristorazione è essenziale che possano essere ordinati pezzi di ricambio», spiega l’intenditrice. «I produttori di mobili per spazi pubblici prestano attenzione a questo o le aziende di design come Vitra offrono anche un buon servizio in questo senso. Spesso è diverso con i fornitori di sedie più economiche».

Per Esther, le sedie sono anche una base per le piante...
Per Esther, le sedie sono anche una base per le piante...
...o un tavolo, un portariviste e uno sgabello in uno.
...o un tavolo, un portariviste e uno sgabello in uno.

Sollevare la sedia ed esaminarla aiuta a riconoscere la qualità: com’è stata lavorata? Ci sono residui di colla o viti storte? Ci sono sedie buone eppure poco costose. La scarsa qualità si può riconoscere, ad esempio, da viti di plastica piuttosto che di metallo. Poi ci sono dei veri e propri classici: Esther possiede una serie di seconda mano di sedie «Classic» del marchio Horgenglarus. «Uno dei motivi per cui le sedie del produttore svizzero sono così durevoli è che hanno buone connessioni e sono fatte di legno massiccio splendidamente invecchiato». In altre parole: un legno di qualità e una buona lavorazione delle superfici rendono una sedia più resistente. Esther si mette in contatto con i produttori anche in questo caso. Come è stata lavorata la sedia? È verniciata o oliata e come deve essere mantenuta? Per gli acquisti online, dare uno sguardo al peso è prezioso. È indice di robustezza del design.

Non dimenticare i feltrini

Un dettaglio che spesso viene dimenticato sono i feltrini. «Alcuni marchi forniscono su richiesta i feltrini protettivi adatti al tuo pavimento», svela Esther. Altrimenti esistono alianti in schiuma di gomma oppure feltrini da avvitare per parquet o alianti in metallo per moquette e pavimenti rivestiti. Su un tappeto, gli alianti in feltro sono poco pratici perché non sono scivolosi. Sconsiglia l'uso di feltrini autoadesivi per una sedia: «Spesso sono visibili e si scollano rapidamente. Oppure rimane attaccata la polvere e altra sporcizia».

Gli alianti smorzano il rumore su pavimenti lisci.
Gli alianti smorzano il rumore su pavimenti lisci.

Presta attenzione all’aspetto

Le sedie possono alleggerire l'aspetto delle stanze e dare forma al quadro d'insieme. «Deve essere in linea con il resto dell’ambiente, ma un design accattivante ed elaborato ha la capacità di migliorare l'intera stanza», dice Esther. Sedie come la famosa Eames Plastic Chair di Charles e Ray Eames sono note per questo e sono considerate oggetti di design. Spesso vengono erroneamente definite sedie Vitra. Questo fenomeno si spiega con il marketing di successo da parte di Vitra.

Ogni interno ha bisogno di elementi vivacizzanti. I mobili esotici e gli oggetti dal design accattivante mi piacciono.

Al contrario, le sedie come quelle di Horgenglarus sono apprezzate per le loro forme sobrie e ben definite. Si possono anche combinare sedie di stili diversi. «È proprio quello che abbiamo fatto nell’Hotel Walther», racconta. Nella sala da pranzo sono stati utilizzati quattro diversi modelli con tessuti imbottiti. Crea varietà.

L'interior design di Esther è influenzato dai diversi luoghi in cui ha lavorato. Ha iniziato con l'interior designer Iria Degen a Zurigo, nota per il suo stile classico ed elegante. Poi è andata a Copenhagen a lavorare per David Thulstrup. I progetti dello studio sono noti per il minimal chic scandinavo. Da Virginia Maissen porta con sé il senso dell'eclettico. La designer d'interni zurighese è nota per il suo spirito libero e per il suo occhio per i mobili vintage. Oggi Esther Angulo lavora per l'architetto Rolf Stalder. Tra le altre cose, si occupa dell'ampliamento di un reparto di interior design e della riprogettazione di un ristorante e di un hotel a Birsfelden, vicino a Basilea. Oggi descrive il proprio stile come classico, senza tempo e rilassato. «A me serve non solo un'interazione armoniosa, ma anche un qualcosa di forte e almeno un elemento che attiri l'attenzione nella stanza, che le dia un carattere».

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Sono la cheerleader del buon design e ti informo su tutto ciò che ha a che fare con l'arredamento, parlandoti delle ultime trovate dell’interior design – dalle più semplici alle più sofisticate – mostrandoti i nuovi trend e intervistando le menti creative del design direttamente sul loro posto di lavoro. 


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