
Retroscena
CGI: il cinema dal computer, parte 2
di Luca Fontana
A 125 anni dall'invenzione del cinema, le agenzie specializzate in VFX producono film e serie in cui le immagini digitali e analogiche sembrano fondersi alla perfezione. Oggi voglio dare un’occhiata al ruolo degli effetti visivi.
Frodo Baggins è sull'orlo del precipizio. Sotto di lui, la lava scorre incandescente come nel giorno in cui è stato creato l'Anello del Potere. Samvise Gamgee, il suo fedele amico, gli urla:
«Gettatelo!»
Disperazione. Sente che c'è qualcosa che non va. La missione che è stata assegnata ai due dal Consiglio di Elrond è inequivocabile: arrivare al Monte Fato e gettare l'anello nel suo fuoco. L'Anello del Potere può essere distrutto solo nel luogo in cui è stato creato. Ma Frodo esita. L’anello lo ha corrotto?
Gli occhi di Sam si riempiono di lacrime. La rabbia, la frustrazione e l'impotenza minacciano di sopraffarlo.
«Avanti, cosa state aspettando!? Avanti... gettatelo!»
Non ha idea che Gollum, una creatura corrotta dall'Anello, si sta avvicinando da dietro e non farà altro che peggiorare le cose.
Lo scontro finale di questa famosissima trilogia Fantasy è semplicemente perfetto. Perché? Per gli effetti visivi (VFX). L’unica cosa che avrebbe potuto renderlo ancora più impressionante sarebbe stato collocare gli attori in un vero vulcano. La troupe cinematografica forse avrebbe potuto ricreare l'abisso minaccioso della fornace di lava, ma i fumi velenosi che salgono lungo le pareti rocciose del vulcano avrebbero avuto un effetto poco piacevole sui protagonisti. Ed ecco che entrano in gioco gli effetti visivi: la soluzione a quei problemi che non possono essere risolti convenzionalmente.
Oggi, non potremmo immaginare un cinema senza questi effetti.
Grazie agli effetti visivi, i registi raccontano le loro storie come non avrebbero mai potuto fare, né immaginare, fino a qualche tempo fa. La trilogia del Signore degli Anelli ne è l'esempio perfetto. Per capire il significato degli effetti visivi per il cinema moderno – e qual è l’altro lato della medaglia – facciamo un salto nel passato e ci tuffiamo nell’epoca in cui tutto ha avuto inizio.
Le riprese di un film di successo hollywoodiano di solito avvengono in tre fasi:
Prima fase: pre-production (pre-produzione)
Seconda fase: riprese
Terza fase: post-production (post-produzione)
Maggiore è il budget del film, maggiore è il rischio per lo studio cinematografico. Nel 1963, ad esempio, «Cleopatra» costò 44 milioni di dollari, una cifra enorme secondo gli standard dell'epoca. Oggi, l'importo corrisponde a un'inflazione regolata di 340 milioni di dollari, che farebbe di «Cleopatra» il film più costoso di tutti i tempi.
Per farla breve, il film – ora un cult – ha fatto flop e ha quasi portato la 20th Century Fox alla bancarotta.
A quei tempi, furono i set cinematografici a portare l'azienda sul lastrico. Oggi, i costi principali vanno attribuiti agli effetti visivi creati con il computer, ovvero le CGI, cioè le «Computer Generated Images» (immagini generate dal computer). In sostanza, non tutti gli effetti visivi sono creati con il computer – ad esempio, il castello di Hogwarts in «Harry Potter» – ma tutti gli effetti creati con il computer sono effetti visivi, dal momento che vengono inseriti nel film solo dopo le riprese, cioè nella fase di post-produzione.
Gli effetti speciali, invece, vengono realizzati durante le riprese. Si tratta di effetti meccanici o chimici, come un dinosauro-robot o una grande esplosione, che il regista può controllare egli stesso sul set.
Per i supervisori VFX responsabili, la pre-produzione viene utilizzata per pianificare gli effetti visivi creati durante la post-produzione del film. Vogliono le migliori condizioni possibili già sul set del film. Insieme al regista lavorano sulle impostazioni della telecamera, la scenografia, l'illuminazione e l'aspetto del film stesso.
Durante questa pianificazione, vengono realizzati disegni concettuali, storyboard e previsualizzazioni. In pratica, gli artisti dello storyboard creano una sorta di «fumetto» per il film sotto la supervisione del regista e sulla base della sceneggiatura, fornendo ai responsabili dello studio e alla troupe cinematografica un'idea approssimativa del prodotto finale e, al regista, un piano su come realizzare la sua storia su pellicola.
Nel frattempo, l'attenzione ai dettagli è arrivata al punto che gli storyboard vengono previsualizzati al computer con una semplice grafica 3D. Vengono utilizzati come base per la discussione tra il regista e il responsabile VFX e aiutano a sviluppare immagini e idee.
L'importanza delle previsualizzazioni è aumentata considerevolmente nella produzione cinematografica. L’Industrial Light & Magic (ILM), azienda specializzata in effetti speciali, ha dato il via al loro utilizzo durante la pre-produzione del primo prequel di Guerre Stellari, poi Peter Jackson ha rincarato la dose ne «Il Signore degli Anelli». Dopo che il produttore di Guerre Stellari, Rick McCallum, gli ha parlato di previsualizzazioni animate da computer, Jackson si è recato in California e ha visitato l’ILM. Il neozelandese ne è stato così entusiasta che, nella sua trilogia, non si è limitato a previsualizzare solo le scene d’azione, ma tutte le scene di tutti e tre i film.
Allora, Jackson aveva commentato:
Gireremo tre film di fila. Il rischio che il nostro progetto fallisca come un treno che deraglia lentamente è grande, perciò prepareremo tutto nel modo più dettagliato possibile.
Solo dopo le riprese – durante la post-produzione – vengono impiegate le persone responsabili di realizzare gli effetti visivi. Si chiamano «VFX artist». O, più semplicemente, artisti. Gli artisti del VFX usano i loro strumenti di programmazione allo stesso modo in cui un muratore usa la sua spatola e Indiana Jones la sua frusta. Lo sviluppo di questi strumenti ha posto le basi per la realizzazione di effetti realizzati al computer quasi indistinguibili dalla realtà.
Nel 1973 esce «Westworld», il primo lungometraggio mai realizzato con effetti generati al computer. Il mondo, visto dagli occhi di Gunslinger, in questa scena è un VFX.
Seguono ulteriori esperimenti con CGI e computer grafica 3D nei film. Per quell’epoca non c’è male, ma nessuno penserebbe mai che siano scene reali.
Nel 1993, il dipartimento marketing della Universal Pictures rilascia il trailer di un nuovo film di Steven Spielberg, «Jurassic Park», e, molto saggiamente, non mostra la sua attrazione principale: i dinosauri.
Curiosi spettatori prendono posto nei cinema di tutto il mondo, inconsapevoli di quello che stanno per vedere. Poi arriva il momento in cui un Brachiosaurus di 56 tonnellate entra in scena e l'attore Richard Attenborough, nel suo ruolo di John Hammond, accompagnato dall’iconica colonna sonora di John William, pronuncia le famose parole:
«Benvenuti al Jurassic Park».
Il pubblico del cinema è stupito almeno quanto gli attori stessi alla vista del dinosauro, estinto da 65 milioni di anni ma che all’improvviso è lì sullo schermo e raccoglie le foglie dagli alberi. Mai prima d'allora erano stati realizzati al computer effetti che miscelassero il materiale analogico della pellicola con il digitale in modo così perfetto. Ed è stata la nascita di ciò che oggi chiamiamo effetti visivi.
Il resto è storia.
Negli anni successivi a «Jurassic Park», film come «Titanic», «Il gladiatore» e i primi due film di Harry Potter hanno esplorato e superato i confini dell'animazione al computer. Ma è Gollum, creatura de «Il Signore degli Anelli», a fare più scalpore in assoluto dopo i dinosauri di Spielberg.
Grazie alla tecnologia di motion capture, i movimenti e le caratteristiche del viso dell'attore Andy Serkis vengono trasferiti direttamente su un modello computerizzato. Gollum sembrava così reale al pubblico di allora che, oggi, ti basta sentire le parole «Il mio tesoro» pronunciate con voce rauca per aver subito in mente di chi si tratta.
È proprio questa performance a spingere James Cameron a realizzare il suo sogno giovanile di «Avatar» sei anni dopo. Cameron è considerato uno dei registi più influenti del nostro tempo nel campo degli effetti visivi grazie a film come «The Abyss» o «Terminator 2». Con Avatar dimostra di essere all'altezza della sua reputazione, sviluppando nuove tecniche di animazione o facendo grandi passi avanti in tecniche già esistenti. Innanzitutto, la già nota Motion Capture.
Per Avatar, sviluppa una scena di motion capture sei volte più complicata di qualsiasi cosa mai realizzata in precedenza. In questo modo non solo può filmare interi gruppi di attori contemporaneamente, ma riesce anche a visualizzare le immagini scattate nel mondo virtuale di Pandora su uno schermo separato in tempo reale, grazie alla computer grafica 3D. Il materiale filmato può essere controllato immediatamente prima che lo studio che si occupa degli effetti inizi a produrre gli effetti veri e propri: per l'industria degli effetti visivi, un’enorme semplificazione.
Cameron sviluppa la tecnologia di motion capture anche in altri ambiti: se fino a quel momento è servita soprattutto a trasferire sullo schermo digitale i movimenti del corpo degli attori, in «Avatar» vengono riprodotti tratti e movimenti del viso in modo dettagliato. Quasi da non credere: persino i movimenti inconsci e quasi impercettibili delle pupille degli occhi degli attori vengono monitorati con precisione e trasferiti al modello informatico. Ed è una delle ragioni principali per cui la riproduzione di Neytiri, donna Na'vi di Zoe Saldana, sembra molto più viva e genuina del Gollum.
Oggi, quasi 25 anni dopo che il T-Rex di Spielberg ha rivoluzionato il panorama cinematografico, quasi tutti i 15 film di maggior successo economico di tutti i tempi sono basati su effetti visivi o sono stati realizzati interamente al computer. E, cosa ancora più impressionante, di questi, 14 sono stati realizzati solo nell’ultimo decennio.
Insieme alla crescente importanza degli effetti visivi, si sente sempre più spesso anche l'accusa secondo cui i film realizzati con le CGI spesso appaiono esageratamente artificiali o senza un’anima. 25 anni fa, gli effetti realizzati a computer venivano utilizzati solo quando quella scena non poteva essere creata in altri modi.
Oggi, la crescente potenza di calcolo dei computer moderni garantisce risultati molto più rapidi nella post-produzione. Il tempo non è più una risorsa finita, e i registi possono facilmente incaricare gli studi VFX di occuparsi di qualsiasi problema.
Eppure, gli effetti visivi fungono da richiamo per la folla. «Pacific Rim: Uprising», «Tomb Raider» o «Rampage» – per citare giusto un paio dei film di successo usciti nel 2018 – non saranno certamente ricordati per i loro dialoghi intelligenti o per le azioni ben ponderate. I trailer, creati sapientemente e pieni di effetti visivi, hanno garantito un afflusso massiccio di pubblico in sala: in totale, hanno portato poco meno di un miliardo di dollari nelle casse dei cinema.
Che cos’ha Hollywood da imparare? La qualità della sceneggiatura, della regia e della recitazione gioca un ruolo relativamente subordinato, quando in gioco ci sono complessi effetti realizzati al computer. E realizzare questi ultimi è molto più semplice di quanto non lo sia creare storie creative e sorprendenti che rimangano impresse nella memoria.
Ci sono poi quei film realizzati con CGI ingiustificatamente terribili, nonostante un budget generoso.
Nel 2001, i creatori di «La Mummia: Il Ritorno» sono riusciti a rendere Dwayne «The Rock» Johnson nei panni del Re Scorpione in modo ancora peggiore rispetto a quanto avevano fatto ne «La Mummia», uscita due anni prima. Il motivo: «Gli effetti al computer migliorano sempre di più».
Due anni dopo, in «The Matrix Reloaded», i fratelli Wachowski hanno realizzato una scena di combattimento tra il prescelto Neo e cento agenti Smith andandoci giù pesante con le CGI. Ancora oggi, quando si parla di pessime CGI in film con un bel budget, viene citata questa scena.
Ma non bisogna fare grandi salti indietro nel tempo per trovare esempi di CG raccapriccianti. Ad esempio, quando Legolas appare in «Lo Hobbit: battaglia delle cinque armate», infrange le leggi della fisica.
Nonostante tutte le critiche, è solo grazie agli effetti visivi che possiamo esplorare mondi emozionanti ed esotici che altrimenti non avremmo mai scoperto. La flora e la fauna di Pandora in «Avatar» continua a togliere il fiato a molte persone. E, a volte, i VFX sono semplicemente indispensabili per raccontare una storia nel modo in cui il regista vuole che sia raccontata.
Altrimenti, come avrebbe potuto essere realizzato l’invecchiamento al contrario di Brad Pitt in «Il curioso caso di Benjamin Button»?
Non solo «Jurassic Park» ha ispirato l'odierna generazione di artisti VFX già durante la loro infanzia; ha anche dimostrato che nulla è troppo grande, fantastico o travolgente da poter essere catturato sullo schermo – fintanto che ci sono programmatori di talento che continuano a portare avanti lo sviluppo degli effetti visivi.
Dopo tutto, gli effetti visivi nei lungometraggi o nelle serie non diminuiranno. Questo perché, ad esempio, grazie ai VFX i registi possono raccontare storie che prima non avrebbero potuto raccontare. Ma l'argomento secondo cui i film d'effetto attraggono un pubblico più ampio che non i drammi sofisticati come «Sicario 2» è molto più pragmatico.
Ancora non sappiamo cosa sia possibile. L'industria lavora costantemente alla maturazione delle varie tecnologie VFX, contribuendo a un futuro in cui i lungometraggi verranno realizzati completamente al computer, senza che il pubblico se ne accorga.
Terribile? Forse, ma i VFX si sono guadagnati il loro posto nel mondo del cinema, nonostante le svariate pecore nere che ne macchiano la reputazione. Uno sguardo agli ultimi 25 anni rivela che molte creature, mostri e mondi che vediamo sullo schermo non esisterebbero senza VFX. Non così. E sarebbe un peccato.
La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot».