
Dietro le quinte
«Non ho bisogno di un pussyhat. Vivo l'uguaglianza ogni giorno»
di Sharon Zucker
Gion Manetsch, Category Leader presso Digitec Galaxus, è a capo di un team di undici persone ed è padre di due bambini piccoli. Prima di tutto questo, è stato uno sportivo professionista di grande successo nel settore della mountain bike.
Che lavoro sceglieresti se potessi iniziare da zero, Gion?
Gion Manetsch: In realtà mi sento abbastanza soddisfatto nei mei panni.
Solo abbastanza?
Finora ho avuto modo di fare svariati mestieri con ruoli molto diversi. Ci sono sempre stati lati positivi e negativi. Il mio apprendistato in informatica è stato interessante, ma un po' troppo astratto per i miei gusti. Durante i miei studi come impiegato di commercio, lavoravo regolarmente come meccanico di biciclette. Il contatto diretto con il cliente, il lavoro manuale e ovviamente l'utilizzo di prodotti innovativi mi piacevano molto, ma mi mancavano un bell'ufficio e soprattutto il lavoro strategico e analitico.
Allora adesso sei riuscito a unire l'utile al dilettevole?
Si potrebbe dire così: la mia posizione attuale è una combinazione tra un bell'ufficio, un team geniale, prodotti interessanti, compiti impegnativi e molta responsabilità presso un'azienda high tech.
Un tempo eri uno sportivo professionista ed eri tra i primi biker a livello mondiale.
Sì, quel tempo è stato grande sotto molti punti di vista, come i viaggi, l'indipendenza, lo stile di vita e le emozioni, ma niente di tutto questo dura in eterno. Inoltre, un allenamento di cinque ore sotto la pioggia non è sempre così divertente e se vuoi avere successo, diventa un lavoro 24 ore su 24.
Cosa ti rende più felice?
Ci sono un sacco di cose che mi rendono felice, sia professionalmente che privatamente, come quando mi viene in mente un business case che funziona alla perfezione. Oppure, quando mio figlio Julian scende dallo scivolo da solo per la prima volta, senza piangere. Quando ricevo un feedback positivo da un membro del mio team. Quando sono le 8:00 del mattino e l'offerta del giorno è già esaurita. Quando riesco finalmente a fare un grande salto sulla pista di MTB, sempre senza piangere. Quando io e il mio team possiamo brindare sui nostri grandi risultati. O quando Julian vuole dare un bacio a sua sorella e se la mangia quasi.
Gestisci un team di undici persone. Che principi di leadership segui?
Il mio stile di gestione si muove più sul versante cooperativo che su quello autoritario. Cerco di avere un rapporto da pari a pari con i membri del mio team e sono sempre pronto ad ascoltare eventuali preoccupazioni personali e professionali. Inoltre, per me è importante che le soluzioni e le decisioni vengano trovate all'interno del team.
Un anno e mezzo fa, se ricordo bene, avevamo ancora solo due giorni di congedo di paternità. Ora siamo già in grado di offrire un mese. È fantastico!
Solo una delle 100 aziende svizzere di maggior calibro ha un capo donna. È l'uno percento. Cosa pensi sia necessario per correggere questo squilibrio?
Il lavoro a tempo parziale, gli orari di lavoro flessibili e il telelavoro non dovrebbero essere eccezioni ma veri e propri standard. Solo in questo modo si offre la flessibilità necessaria per conciliare lavoro e vita familiare. Trovo fantastico, ad esempio, che tutte le nostre offerte di lavoro per posizioni dirigenziali siano possibili con una percentuale lavorativa dell'80-100%.
Il congedo parentale è, a mio parere, un'altra pietra miliare. Dopo il parto, le madri si assentano per almeno 14 settimane (e spesso anche più a lungo), mentre per i padri il minimo legale è di due settimane. Questo spesso porta le donne a riprendere il lavoro molto più tardi o con un carico di lavoro ridotto, «visto che sono già a casa». In teoria, entrambi i genitori dovrebbero ricevere lo stesso congedo parentale.
A partire dal 1° gennaio 2021 Digitec Galaxus estenderà di due settimane sia il congedo di paternità che quello di maternità. È solo una goccia nell'oceano?
Si tratta certamente di un passo nella giusta direzione. Un anno e mezzo fa, se ricordo bene, avevamo ancora solo due giorni di congedo di paternità. Ora siamo già in grado di offrire un mese. È fantastico! Anche le 16 settimane di congedo di maternità sono un segnale molto positivo e un sollievo per le future madri della nostra azienda. Tuttavia, 16 settimane sono solo quattro mesi e quindi ancora poco. Per esperienza personale, trovo difficile fare accudire ad estranei un neonato di appena quattro mesi. In questa fase, solo i genitori riescono a soddisfare al meglio le esigenze del proprio bambino. Probabilmente è per questo che, a seguito delle ufficiali 14 settimane di congedo di maternità, la maggior parte dei genitori prende un congedo non retribuito o sfrutta i giorni di ferie.
Anche la tua partner sarà a capo di un team dopo il congedo di maternità.
Sì, e la sostengo pienamente in questo. La società attuale dovrebbe imparare a vedere le cose anche da altri punti di vista e imparare ad accettare le donne che lavorano «nonostante abbiano dei figli». La mia impressione è che le mamme, da un lato, hanno il desiderio di lavorare, ma dall'altro spesso si sentono criticate nel lasciare accudire i propri figli da altri. Credo che sia questo a rendere insicure molte di loro e che la società debba cambiare il modo di vedere le cose e capire che la famiglia può funzionare anche diversamente.
Il lavoro a tempo parziale, gli orari di lavoro flessibili e il telelavoro non dovrebbero essere eccezioni ma veri e propri standard.
Ti era chiaro sin dall'inizio che dopo essere diventato padre avresti voluto tornare a lavorare?
In realtà sì. Lavoro volentieri e nella mia posizione attuale posso ancora imparare molto e crescere professionalmente. Voglio continuare il mio percorso lavorativo e le distrazioni professionali e famigliari mi fanno molto bene.
**I lavori di casa e quelli dedicati alla cura dei bambini vengono suddivisi equamente tra te e la tua partner?
Sì, cerchiamo di sostenerci a vicenda e di fare a turno per i lavori più impegnativi, come mettere a letto i bambini, alzarsi nel cuore della notte o lavare i denti di Julian (purtroppo, le mie storie su quei mostri malvagi che si addentrano nei dentini per trapanarli di carie non funzionano più). Comunque, ognuno ha i suoi compiti. Io mi occupo soprattutto di cucinare e fare la spesa e la mia compagna si occupa di quasi tutte le questioni organizzative. Con la nascita del nostro secondo figlio, qualche mese fa, abbiamo iniziato a suddividerci anche la cura dei piccoli. Io mi prendo un po' più cura del primo, che ha due anni, e la mia compagna si prende più cura del secondo.
Hai qualche suggerimento da dare a chi si trova nella tua stessa situazione o qualcosa che fareste in modo diverso la prossima volta?
Sto sempre molto attento nel dare consigli, soprattutto quando si tratta di lavoro e famiglia o della compatibilità di questi due mondi. Penso che ogni coppia debba trovare la propria strada, che si adatti meglio alle esigenze e alle aspettative di tutti i membri della famiglia. Non mi lascerei influenzare o sconvolgere troppo dai consigli e dalle esperienze degli altri.
Grazie, Gion, per questa conversazione così piacevole e sincera.
Le notizie non mi bastano – sono le storie che si nascondono dietro a catturare il mio interesse. La curiosità mi accompagna costantemente ed è il motivo per cui trascorro il sabato pomeriggio nel mio caffè preferito, ascoltando storie di città mentre pianifico la mia prossima avventura di viaggio o cerco nuove idee per i prossimi eventi. La meditazione Zen non può che aspettare.